L'azione sociale: SOCIO.

                  Azione omissione e reazione 





Prima di descrivere più analiticamente i concetti di gruppo e di organizzazione , è di fondamentale importanza capire quale sia il processo che conduce la società a organizzarsi in strutture più o meno rigide.

Dobbiamo perciò capire come dall'agire individuale delle persone nascano forme sociali ben strutturate, capaci a loro volta di influire sull'agire individuale.

Max Weber definiva agire sociale l'insieme dei comportamenti dell'uomo che si riferiscono ad altre persone, e azione sociale ogni singolo comportamento .







È importante tener presente che un'azione sociale non è solo un "fare" un'iniziativa attiva: anche il "tralasciare", cioè omettere di fare qualcosa, costituisce un'azione sociale. Se per esempio viaggiamo sull'autobus senza biglietto, anche se nessuno lo scopre compiamo un'azione sociale, poiché essa ha delle conseguenze sul comportamento altrui. La mancata vendita di biglietti è infatti per l'azienda dei trasporti pubblici un danno economico, che può rendere necessario l'aumento di costo del singolo biglietto. La mia omissione ha in realtà coinvolto molte altre persone. I modi in cui il nostro comportamento può avere rilevanza sociale sono infiniti e spesso impensati.







Azione e reazione 

Un'azione sociale è quel comportamento che forse non sortisce alcun effetto sulla società, ma che l'individuo compie credendo, anche inconsciamente, di suscitare determinate reazioni, effetti o risultati su altri individui. Si tratta pur sempre di un comportamento che "si riferisce" ad altre persone, e il fatto che nessun altro mostri di accorgersene non cambia questa sua caratteristica. Costruire un muro di difesa è un'azione sociale, anche qualora il nemico non si faccia mai vivo.

Infine, è un'azione sociale quel comportamento individuale che è a sua volta una reazione a ciò che riteniamo sia l'agire sociale prevalente, anche quando si tratta soltanto di una nostra fantasia.







I soldati giapponesi che continuarono per anni, dopo la fine della Seconda guerra mondiale, a vivere

come dei Robinson Crusoe sulle isolette del Pacifico, rifiutando di credere che il conflitto fosse terminato, misero in atto dei comportamenti che, pur essendo individuali e non corrispondendo affatto al comportamento reale di altri uomini, avevano tuttavia il carattere di azioni sociali. Le azioni sociali di quei soldati erano tali perché costituivano delle azioni coerenti rispetto al comportamento che i loro autori si attendevano dalla loro società: vale a dire, rispetto alla convinzione che il Giappone non avrebbe mai perso la guerra, o che comunque non si sarebbe mai arreso.






Per azione sociale si intende il singolo comportamento di un uomo, sia di azione sia di omissione, nella misura in cui esso, nelle intenzioni o negli effetti attesi, si riferisce all'azione di altri uomini.







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