L'istituzionalizzazione: quando l'azione (o relazione) si oggettiva: SOCIO.

 La svolta dell'istituzionalizzazione



L'agire umano, e di conseguenza le relazioni sociali, tendono a ripetersi secondo schemi sempre uguali, attraverso comportamenti abituali e standardizzati Molte volte, inoltre, una relazione

sociale, irrigidendosi, istituisce dei comportamenti tipo che non solo vengono ripetuti sempre uguali.


La "svolta" dell'istituzionalizzazione del comportamento umano avviene a questo punto.



Immaginiamo che in un villaggio primitivo un individuo anziano si dimostri particolarmente saggio e dispensi consigli mediamente giusti e utili. Ciò può ingenerare l'abitudine di ricorrere a lui in tutti i casi di difficoltà o pericolo. Tuttavia è ugualmente possibile che la medesima usanza persista dopo la morte dell'anziano sotto forma di comportamento tipizzato: si deve chiedere consiglio all'anziano del villaggio. Gli abitanti si rivolgeranno allora a colui che, dopo la morte del vecchio saggio, è divenuto

il membro più anziano della comunità.





A questo punto la funzione di guida dell'anziano per la comunità si è svincolata dalla figura individuale di colui che di volta in volta è il più vecchio.


Essa si è "istituzionalizzata" cioè è diventata, appunto, un'istituzione.




Se ora generalizziamo questo esempio, ci rendiamo conto che il processo di istituzionalizzazione sta alla base di tutte le posizioni sociali stabili che incontriamo quotidianamente nella nostra società:


dal conducente dell'autobus, che segue un certo percorso e rispetta certi orari indipendentemente

dai gusti personali, fino al presidente della Repubblica, figura che mantiene fisse le sue prerogative nonostante mutino le persone che ricoprono la carica.





Il processo di istituzionalizzazione giunge a compimento quando in una collettività compare il "nuovo arrivato".






per esempio:

un neonato oppure un immigrato che proviene da un luogo lontano, insomma qualcuno che non ha vissuto la storia di quella collettività, di quella cultura e che quindi a poco a poco apprende norme e istituzioni della collettività come fatti indipendenti dalle persone e precedenti rispetto alle persone. Per il nuovo arrivato il "si fa così" non è l'esito di un processo storico, ma un fatto oggettivo. Naturalmente, tutti noi siamo "nuovi arrivati" rispetto alla nostra società, che esisteva prima di noi.


Un'azione o una relazione stabilizzata fino a questo punto, cioè completamente istituzionalizzata, è divenuta ormai un oggetto esterno all'individuo e indipendente da lui: si è oggettivata. Non è più un'azione soggettiva o una relazione libera di svilupparsi in una direzione arbitraria.





Ci sono certe parole della lingua italiana che magari non ci piacciono, o certe regole della grammatica che facciamo proprio fatica a imparare. Nondimeno, siamo costretti a usare quelle parole e a rispettare quelle regole se vogliamo farci capire dagli altri e non fare la figura degli ignoranti. Il

linguaggio ci appare come un fatto oggettivo nella società in cui viviamo, come un sistema indipendente dalla nostra volontà, che non è soggetto alla nostra libera scelta. Eppure, è solo attraverso il comportamento delle persone nel corso dei secoli che il linguaggio è nato e si è istituzionalizzato.




Quando un'azione o un sistema di azioni hanno valore indipendentemente da chi li compie, cioè quando si oggettivano, essi diventano delle "istituzioni".







Questo è il caso per esempio del linguaggio, ma anche del matrimonio (la convenzione che lega due individui adulti), del calendario (la convenzione che uniforma il calcolo del tempo) e di tante altre istituzioni sociali.


Attraverso questo processo di cristallizzazione, tramite cui l'intero mondo sociale si oggettiva, dalle azioni e relazioni sociali scaturiscono:

comportamenti istituzionalizzati, per esempio chiedere consiglio all'anziano del villaggio;

ruoli istituzionalizzati, come il ruolo del padre;

funzioni istituzionalizzate, come il significato di una stretta di mano;

rapporti istituzionalizzati, quale il matrimonio.


Essi hanno il carattere dell'oggettività e, componendosi tra loro, danno vita anche a vere e proprie organizzazioni sociali.








l'istituzionalizzazione è quella caratteristica del comportamento umano per cui ogni agire sociale

manifesta un'intima tendenza all'irrigidimento e all'oggettivazione. È a causa di questa tensione che la nostra società è fatta in misura largamente preponderante di relazioni istituzionalizzate, di strutture organizzate, di regole universalmente valide.

L'irrigidimento delle relazioni sociali in istituzioni permette alle relazioni stesse di non essere continuamente ricostruite da zero ed è quindi un fortissimo principio di economia delle risorse e di potenziamento delle possibilità individuali.


Quando incontro un'altra persona appartenente alla mia stessa società non devo ricominciare dal nulla a costruire una relazione, perché fin dal principio posso contare su una serie di comportamenti istituzionalizzati propri di entrambi (primo fra tutti il linguaggio con cui intendersi), e quindi su una serie di "dati oggettivi" a partire dai quali istituire la relazione.


Infine, l'oggettivazione dell'azione o della relazione sociale è la condizione perché le singole formazioni sociali (modi di comportarsi, di relazionarsi, di agire) possano essere trasmesse di generazione in generazione e quindi perpetuarsi come istituzioni della società.






Abbiamo visto che già Émile Durkheim aveva messo in luce come la realtà sociale abbia i caratteri di un sistema indipendente dall'individuo e coercitivo nei suoi confronti (vedi p. 61). Ora possiamo capire da dove provenga questa coercizione: l'esito del processo di istituzionalizzazione è un mondo fatto di realtà sociali.


Queste "realtà", come il vigile urbano che ci multa, pongono dei limiti alla nostra libertà individuale; come la scuola con i suoi impegni e i suoi orari, organizzano la nostra vita; come la famiglia, stabiliscono delle regole per il nostro comportamento. Le istituzioni sociali si pongono di fronte all'individuo come fatti innegabili, come realtà che, siano a lui gradite o meno, determinano almeno in parte la sua esistenza.



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